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Le vertenze per le "Pezze comuni"


Il lanfogto Jost Niklaus Montenach, in carica dal 1648 al 1650, in un suo scritto definì in maniera quasi sconsolata la Vallemaggia come "Vallis contradictionis et invidiae". In effetti i documenti dell'archivio patriziale relativi al periodo precedente l'indipendenza cantonale sembrano avallare questa considerazione poiché buona parte di essi trattano di vertenze che oppongono il Comune di Cevio a quelli vicini per questioni territoriali, legate in particolar modo ai confini e ai diritti di sfruttamento e godimento delle "pezze comuni". Con questo termine vengono indicati quei territori gestiti in regime di comproprietà da due comunità secondo modalità molto precise legate sia alla tradizione che a convenzioni ed accordi scritti. Il problema delle pezze comuni, fonte di secolari vertenze, era che il sistema di diritti (pascolo, fienagione, confini, uso dei boschi, periodi di utilizzo, ecc.) risultava talmente complesso e farraginoso da creare inevitabilmente delle interpretazioni diverse da parte delle comunità coinvolte in base alle loro esigenze e convenienze. A questo fattore bisogna aggiungere anche la complicata struttura del sistema giudiziario dell'epoca balivale che, dando la possibilità di ricorrere contro le sentenze in numerosi gradi di giudizio, tendeva a prolungare nel tempo le vertenze. Ma forse, per stemperare il giudizio lapidario di Montenach, è importante soprattutto mettere in evidenza che per le società contadine dell'epoca, le quali basavano la propria sopravvivenza sullo sfruttamento delle scarse risorse a disposizione, la difesa di ogni loro prerogativa sul territorio, anche solo del diritto di pascolo su un piccolo appezzamento, assumeva un'importanza vitale per garantire il futuro della comunità.

La convenzione fra Cevio e Bignasco del 16 maggio 1620 che riportiamo nella pagina accanto, fa parte dell'incarto più corposo (circa duecento documenti fra arbitrati, audizioni di testimoni, sentenze delle autorità svizzere, ecc.) conservato nell'Archivio patriziale in merito ad una vertenza per una pezza comune. Si tratta della lite fra le due comunità per la Comunella in zona Bignaschina che si è protratta dall'inizio del XVI secolo fino alla prima metà del XX secolo.

Tratto da "Da deposito di carte vecchie a insieme di carte vive"

 

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