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Conseguenze del disboscamento indiscriminato del XIX secolo

Il patrimonio boschivo è sempre stato un elemento fondamentale dell'economia rurale del Cantone Ticino. I nostri boschi fornivano legnami d'opera e da ardere, destinati sia al consumo interno che all'esportazione, in particolar modo verso le città della pianura lombarda, le quali erano grandi bacini di consumo di questa materia prima. Proprio questa forte domanda esterna, coniugata alle difficili condizioni economiche in cui versavano le comunità delle nostre valli, portò, specialmente nel corso dell'Ottocento,

ad uno sfruttamento dei boschi che in parecchi casi superava di molto l'accrescimento naturale. Questa situazione ebbe come conseguenza una forte riduzione della copertura vegetale in varie regioni del Cantone, compromettendo in questo modo le funzioni protettive svolte dai boschi.

Un esempio concreto dei danni provocati da questo deterioramento del patrimonio boschivo è chiaramente espressa nel documento del 15 gennaio 1880 che riportiamo accanto. Si tratta di una petizione indirizzata all'Amministrazione patriziale da parte di un gruppo di terrieri della frazione di Pieggi in merito ai provvedimenti da adottare per proteggere la zona sovrastante l'abitato. I firmatari affermano che "già i nostri avi, in un articolo del regolamento patriziale del 1811 statuivano che dal Riale Laverdesio al Riale Lavaltè, salendo sino a Piodei, era vietato il taglio di qualsiasi pianta od arbusto, come anche far scorrere legname di sorta, e ciò all'unico scopo di favorire il bosco per proteggere le case e i fondi sottostanti dagli scoscendimenti e dai macigni. Ora tale dispositivo è diventato lettera morta, ed i Pieggesi ne hanno a lamentare le tristi conseguenze, per macerie che pericolano abitati e fondi non solo, ma anche varie persone rischiarono la vita." Per questo motivo i terrieri chiedono che il bosco venga gestito secondo i rigorosi criteri delle nuove leggi forestali e che vengano effettuate "le riparazioni atte a scongiurare una imminente calamità ad un'importante frazione del corpo patriziale".

Tratto da "Da deposito di carte vecchie a insieme di carte vive"

 

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